Artemia salina, tutto quello da sapere per allevare una coltura

Nell’accrescimento degli avannotti, i naupli di Artemia salina, sono senza dubbio il cibo più utilizzato.

Questo perché l’Artemia ha la capicità di formare delle cisti, una forma embrionale quiescente. In questa forma, è facile conservare e trasportare le Artemie, in modo tale da utilizzarle quando servono.

Quali sono i vantaggi nell’utilizzo di Artemia?

I nauplii vengono ottenuti dalle cisti e quindi non necessitano di allevamento continuo.Hanno una bassa mobilità, il che li rende facilmente predabili da tutti gli avannotti. Grazie a ciò, molti avannotti riescono a mangiarli direttamente, data la loro ridotta dimensione. Hanno già una buona composizione nutrizionale, e volendo sono facilmente arricchibili.

Artemia salina

Esemplare adulto di Artemia salina

Classificazione 

 Phylum: Artropodi 

  Classe: Crostacei
   Sottoclasse: Brachiopodi

    Ordine: Anostraci
     Famiglia: Artemidi

 Genere: Artemia 

L’Artemia è un crostaceo evolutosi a vivere in acque ad altissima salinità (≥ 70‰), evitando in questo modo la maggior presenza di predatori e competitori alimentari. Quindi, presentano un efficiente sistema di osmoregolazione, con pigmenti respiratori che consentono la respirazione anche con bassi livelli di ossigeno. Nel caso in cui le condizioni ambientali siano sfavorevoli, può produrre delle cisti (una fase embrionale quiescente, che aspetta condizioni ambientali migliori per schiudere)

L’Artemia spp. è diffusa in più di 500 laghi, stagni salati e saline in diverse aree geografiche del mondo.

La maggior parte di quelle in commercio provengono dal Great Salt Lake, Utah. 

Artemia è presente anche in Italia (Sorgeloos, 1996) 

  • Saline di Poetto, Cagliari 
  • Carloforte, Sardegna 
  • Saline di Cervia, Ravenna 
  • Margherita di Savoia, Foggia 
  • Sant’Antioco, Sardegna 
  • Santa Gilla, Sardegna 
  • Siracusa, Sicilia 
  • Tarquinia, Viterbo 
  • Trapani, Sicilia

Presentano delle caratteristiche diverse a seconda della provenienza e varietà.

Le caratteristiche nutrizionali sono legate alla specie/varietà ma anche ad altri fattori (es. partita/lotto) 

Morfologia e ciclo biologico di Artemia salina

In alcuni e specifici periodi dell’anno grandi quantità di cisti galleggiano sulla superficie dell’acqua. Le cisti vengono raccolte, confezionate e conservate fino al loro impiego. Le cisti hanno una forma sferica, leggermente schiacciate di colore brunastro. Sono rivestite da uno strato chitinoso, che le protegge dall’ambiente circostante. Sono molto piccole, 200-250 micron. Metabolicamente sono inattive fino alla schiusa.

Maschio di Artemia aggrappato alla femmina con uova

La schiusa delle cisti di Artemia salina

La schiusa inizia con il rigonfiamento e rottura della membrana esterna della cisti. L’umbrella stage è la fase in cui l’embrione è quasi completamente uscito dalla capsula esterna della cisti. Successivamente si rompe la membrana di rivestimento e comprare il primo stadio di sviluppo chiamato: nauplio.Il nauplio è di colore arancione-marrone di dimensioni sui 430-520 micron, non si alimenta e nuota.  Inoltre, è fototattico positivo, ovvero nuota verso la luce.

Nauplio di Artemia salina


Dopo circa 8 ore avviene la prima metamorfosi. Il nauplio aumenta di dimensioni (600-800 micron) In questa fase il nauplio si alimenta e può ingerire particelle di dimensioni 1-50 micron. 
Raggiunge la fase di adulto dopo 15 metamorfosi, conseguite in 8 giorni. Gli adulti, se mantenuti in condizioni ottimali, possono vivere diversi mesi, arrivando a produrre fino a 300 cisti ogni 4 giorni. Un problema, spesso sottovalutato, quando vengono utilizzate le cisti come allevamento è la sensibilità alle infezioni microbiche. La capsula delle cisti di Artemia può essere ricoperta di batteri (fino a 107 UFC.ml-1), funghi e altri contaminanti organici. Alle densità e temperature di schiusa, il problema igienico può diventare grave. 

Se si usano cisti non disinfettate sarebbe opportuno procedere a disinfezione, usando ipoclorito di sodio. 

Decapsulazione di cisti di Artemia salina

La capsula esterna rigida, che riveste l’embrione quiescente di Artemia, può essere rimossa con un’esposizione di breve durata a particolari solventi, ad esempio ipoclorito. I vantaggi sono di questa tecnica sono: utilizzo diretto di cisti come alimento, le capsule delle cisti non vengono introdotte nelle vasche (se ingerite possono soffocare i piccoli pesci). Inoltre, i naupli schiusi da cisti decapsulate hanno una maggior contenuto di energia (quasi un 30% in più), dato che non devono “fare fatica” a rompere la capsula.

Cisti di Artemia salina

 Altri vantaggi apportati con la decapsulazione sono: a disinfezione delle cisti e delle esigenze luminose più basse per la schiusa. Le cisti decapsulate possono essere direttamente utilizzate alla schiusa oppure essere disidratate in “salamoia” cioè in soluzione salina satura e conservate per l’alimentazione diretta o per la schiusa. La conservazione è possibile, per alcuni giorni, in condizioni di refrigerazione (0 – 4 °C). Le cisti decapsulate sono sensibili alla luce solare diretta. 

Come decapsulare le cisti di Artemia

 La decapsulazione delle cisti implica idratazione (poiché la completa rimozione delle cisti può avvenire solo quando sono sferiche).Per idratare le cisti basta lasciarle in acqua per circa un’ora ad una densità di ≤100 g l-1 .Fornire areazione ed assicurare una temperatura attorno ai 25 °C. Raccogliere le cisti idratate con un filtro da 125 micron e preparare una soluzione che contenga: 

– 35-50 g l-1 di cloro attivo
– 10-13 g l
-1 di idrossido di sodio (soda) – H20 salata .

Successivamente trasferire le cisti nella soluzione alla densità di 70-100 g/L.

La reazione è esotermica: raffreddare il contenitore con ghiaccio o acqua fredda corrente a 15-20 °C (attenzione a non andare mai al di sopra dei 40 °C). Con l’utilizzo di una pietra porosa mantenere le cisti in sospensione ed attendere qualche minuto affinché il colore delle cisti diventi arancione. Sciacquare con abbondante acqua fino a che non si sente più odore di cloro.

Come già detto, le cisti decapsulate possono essere impiegate direttamente come alimento. Presentano degli svantaggi, quali l’immobilità e la tendenza ad affondare. 

I vantaggi però del loro utilizzo sono le dimensioni davvero ridotte (200-250 micron), la possibilità di rimanere in sospensione a lungo e non perdono valore nutrizionale nel tempo.

Come decapsulare le cisti di Artemia 

ATTENZIONE A LAVORARE IN AMBIENTE AREATO E CON LE DOVUTE PROTEZIONI

Iniziamo preparando una soluzione con 200 ppm di cloro attivo (circa 20 ml di ipoclorito commerciale, candeggina, ogni 10 litri d’acqua).

Immergiamo le cisti nella soluzione preparata, circa 50 grammi di cisti per litro di soluzione.

Lasciamo riposare per 30 minuti e poi procediamo a sciacquare con acqua dolce in filtri da 125 micron.

Come schiudere le cisti di Artemia salina: 

Utilizzare delle vasche cilindro-coniche possibilmente trasparenti o traslucide, fornire aerazione vigorosa alla base della vasca. Il livello d’ossigeno non dovrebbe scendere al di sotto di 2 mg/l (2ppm): Utilizzare acqua marina disinfettata (salinità 25-30 ‰) e mantenere una temperatura compresa tra i 25 °C e i 28 °C. Il pH sarebbe bene tenerlo attorno a 8-8,5.Se necessario usare bicarbonato di sodio ( fino a 2 g/l) Importante che ci sia luce ad illuminare lo schiuditoio. Incubare le cisti alla densità di 2- 5 g/l, per un periodo standard (± 20 ore). Per la raccolta dei nauplii, disattivare l’areatore e coprire la vasca con un coperchio. Utilizzare una fonte luminosa alla base della vasca. Attendere 5-10 minuti (non di più, altrimenti il livello di ossigeno può calare a livelli troppo bassi) e far spurgare dalla valvola posta alla base della vasca le cisti non schiuse. Successivamente raccogliere i nauplii con filtri appositi e sciacquarli dalle impurità con acqua dolce.

Attenzione: la vasca non va svuotata completamente poiché in superficie sono presenti le cisti schiuse.

Quali sono i parametri qualitativi delle cisti di Artemia? 

La capacità di schiusa, forse il più importante criterio di qualità, ovvero il numero di nauplii che possono essere prodotti in condizioni standard con 1 grammo di cisti.

La percentuale di schiusa di nauplii che possono essere prodotti in condizioni standard con 100 cisti.
Valore ottimale: > 90%

La velocità di schiusa. Questo criterio considera il periodo necessario affinché le cisti si schiudano. Va dal momento in cui si inizia ad incubarle (idratazione) al momento in cui il nauplio esce completamente dalla ciste. Vengono considerati diversi intervalli di tempo tra cui:
T
0 = tempo d’incubazione per la comparsa del primo nauplio libero, T10= tempo d’incubazione necessario per la comparsa del 10% del numero totale di nauplii,
T
90= tempo d’incubazione necessario per la comparsa del 90% del numero totale di nauplii.
Valore ottimale: T10 < 12-16 ore; T 90< 24 ore. 

La Sincronia è l’intervallo di tempo necessario perché schiuda la maggior parte delle cisti: 

Ts= T90 -T10
Valore ottimale: Ts < 10 h 

– La resa, ovvero la biomassa di nauplii che può essere prodotta da 1 grammo di cisti incubate in condizioni standard (espressa in peso secco). E’ anche uguale a: capacità di schiusa x peso secco di un singolo nauplio. Il valore ottimale: ca 600 mg di nauplii/g di cisti.

Caratteristiche nutrizionali cisti e nauplii di Artemia salina

Composizione centesimale (% SS; GSL/SFB) 

CISTI NAUPLI
Proteine 50/57  41-47/47-49
Lipidi 14/13 21-23/16-27
Proteine -/-  -/- 
Lipidi 9/5  10/6-14 

Altre differenze si possono ritrovare nel contenuto in:  acidi grassi, amminoacidi liberi, Vitamina C, carotenoidi

La metamorfosi del nauplio a metanauplio può essere ritardata in modo da ridurre le perdite energetiche. La tecnica prevede conservare i nauplii al di sotto dei 10°C ad una densità di 8milioni/l. E’ sufficiente una bassa aerazione. 

Con questo sistema si possono conservare per 24 ore, con basse mortalità e perdite di energia inferiori al 5%. In pratica ciò consente di ridurre il numero di schiuse ed inoltre si possono distribuire i nauplii più frequentemente. 

Come arricchire i naupli di Artemia?

I nauplii possono essere trasferiti in una vasca di arricchimento o arricchiti direttamente nella vasca di schiusa. Il prodotto arricchitore può essere in polvere o liquido e deve contenere DHA, EPA e vitamine. La vasca nella quale arricchire le Artemie può essere così allestita: 

Densità: 100-300 nauplii ml –1 

Temperatura: 25 °C 

Ossigeno: sopra i 4 mg –1 

La durata dell’arricchimento può durare 12-24 ore con dose dell’arricchitore di 300 mg l–1, due dosi a distanza di dodici ore.

Negli arricchitori possono essere presenti anche disinfettanti 

Arricchitore per Artemia 

E’ un prodotto in polvere fine con un alto rapporto DHA/EPA. La strategia di arricchimento prolungato è applicata al fine di permettere la produzione di meta-nauplii di Artemia ed al contempo conservare i livelli di elementi nutritivi essenziali ottenuti nel corso dell’arricchimento con i prodotti. L’utilizzo di questo prodotto permette l’aumento della biomassa fino al 30%.

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